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LA COOPERAZIONE GARANTISCE UNO SVILUPPO SOSTENIBILE

LA COOPERAZIONE GARANTISCE UNO SVILUPPO SOSTENIBILE
Il tema al centro del seminario sull’agenda 2030 organizzato a Bologna da Confcooperative

Categorie: Dal Territorio

Tags: Confcooperative Bologna,   sviluppo sostenibile,   Agenda 2030,   Sviluppo Possibile

“Ci chiediamo come sia possibile favorire lo sviluppo delle imprese cooperative del territorio puntando sulla sostenibilità e tenendo insieme la dimensione economica, sociale ed ambientale. Elementi, questi, che fanno parte da sempre del DNA delle imprese cooperative, impegnate quotidianamente a coniugare sviluppo e sostenibilità attraverso il lavoro, la mutualità ed il forte radicamento territoriale in un orizzonte internazionale e globale. Tutto ciò nello scenario delineato dall’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile che le Nazioni Unite hanno approvato nel settembre del 2015 con 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile articolati in 169 Target da raggiungere entro il 2030”.

È quanto ha affermato il presidente di Confcooperative Bologna, Daniele Passini, aprendo i lavori del seminario “Agenda 2030: sviluppo sostenibile, sviluppo possibile. Il futuro dell’impresa cooperativa” promosso dall’Associazione presso il Palazzo della Cooperazione.

“Un movimento come quello cooperativo che ha a cuore il benessere delle persone, l’inclusione e la coesione sociale, la democrazia economica e il rispetto e la valorizzazione delle risorse del territorio – ha aggiunto Passini – non può che guardare con favore ad un’idea di sviluppo multidimensionale che vada oltre la mera logica del PIL e della finanza”. Come ha ricordato Papa Francesco nella sua recente visita a Bologna, “l’esperienza cooperativa che nasce dal valore fondamentale della solidarietà, ha ancora molto da offrire, per aiutare tanti che sono in difficoltà e hanno bisogno dell’”ascensore sociale”, di cui necessitano in primo luogo i più deboli. Cercare una società più giusta e costruire un mondo migliore – ha continuato il Papa – non è un sogno del passato ma un impegno, un lavoro, che ha bisogno oggi di tutti”.

Confcooperative Bologna Metropolitana associa e rappresenta 190 imprese cooperative, con 94.800 soci e 16.900 lavoratori occupati che hanno sviluppato un fatturato complessivo al 31 dicembre 2017 di 4.180.000 euro.

“Nei 10 anni di crisi economica e finanziaria – ha dichiarato Passini – le nostre cooperative hanno, nel complesso, dimostrato di essere più resistenti e hanno tenuto meglio di altre imprese. Non solo non hanno licenziato ma anzi, complessivamente hanno aumentato l’occupazione di quasi 20%. Hanno prevalso il senso di responsabilità e il principio di solidarietà per salvaguardare il lavoro e i lavoratori”. “Confcooperative in questi anni – ha concluso Passini – ha puntato sulla salvaguardia e la tenuta delle cooperative associate. Ora è giunto il momento di puntare su un nuovo sviluppo possibile e sostenibile, su un sistema di servizi e opportunità rivolti ai soci delle cooperative (welfare cooperativo) attivando un nuovo protagonismo delle cooperative stesse”.

Dopo Passini è intervenuto Marco Lombardo, assessore al Lavoro, Attività Produttive e Cooperazione Internazionale del Comune di Bologna, che ha focalizzato il tema della sostenibilità come inerente non esclusivamente al contesto ambientale, bensì a 360° e quindi correlato anche alla sostenibilità finanziaria ed economica. “La sostenibilità nel mondo imprenditoriale – ha detto Lombardo – significa creare un tessuto economico e quadri dirigenti in grado di gestire il livello di competitività delle imprese. I temi che devono essere necessariamente sviluppati riguardano le infrastrutture, il welfare, la formazione costante ed evoluta all’interno di un contesto di riferimento che è la dimensione europea”.

“Questo obiettivo sostenibile è alla portata del nostro tessuto economico ed imprenditoriale – ha concluso Lombardo – se viene affrontato e perseguito in una logica di sistema tra le imprese presenti sul territorio e l’amministrazione locale. In tal senso sono numerosi e decisamente importanti i progetti comuni in essere tra imprese e istituzioni locali sul fronte del lavoro e dello sviluppo. Il sostegno dell’amministrazione locale, in questa direzione, è costante e proficuo”.

Giuliano Nicolini, esperto di Management e Organizzazione d’Impresa, ha presentato il Percorso di Alta Formazione promosso da Confcooperative Bologna, sul tema “L’impresa cooperativa. Conoscenze e strumenti di lavoro per la crescita e lo sviluppo sostenibile”. Un corso, appena avviato, che si prefigge di fornire ai presidenti, amministratori, dirigenti delle cooperative, gli strumenti e le conoscenze, essenziali ma indispensabili, per affrontare l’orizzonte della crescita e dello sviluppo della propria impresa. Tale azione segue quella di carattere più identitario svolta lo scorso anno coi Dialoghi di Confcooperative Bologna.

Il seminario è proseguito con l’intervento di Gianluca Bovini, demografo, ex dirigente del Comune di Bologna, che ha sottolineato come la grande novità dell’Agenda 2030 sia rappresentata dalla capacità di allargare l’orizzonte oltre il PIL e di prevedere un’integrazione non retorica tra i quattro grandi capitali per lo sviluppo, ovvero il capitale umano, quello economico, quello ambientale ed infine il capitale istituzionale. “L’Agenda definita dall’ONU – ha aggiunto Bovini – non è una lista dei sogni, ma una sfida decisiva per garantire che lo sviluppo sia realmente sostenibile e per non penalizzare le generazioni future”.

“Naturalmente – ha proseguito lo studioso – questo documento è nato con una dimensione mondiale che deve essere declinata a livello locale. A questo proposito, il nostro Paese, la regione Emilia Romagna e la città di Bologna presentano fondamentalmente le stesse caratteristiche e le medesime tendenze, ovvero un forte squilibrio tra le nascite e i decessi, che non assicura più il naturale ricambio della popolazione, ed un sensibile aumento della longevità, che comporta un netto incremento degli anziani. In questo contesto, poi, il patrimonio abitativo, piuttosto datato e superato, non risulta idoneo alle nuove esigenze”. “Ecco quindi – ha concluso Bovini – che, anche in funzione della rarefazione o del dissolvimento delle reti familiari, il contributo delle forze economiche diventa fondamentale per garantire l’adeguata assistenza alla popolazione anziana, in forte aumento. Al tempo stesso, l’intervento economico privato può giocare un ruolo fondamentale nel processo di riqualificazione e adeguamento dell’attuale offerta abitativa del nostro territorio”.

Flavio Del Bono, professore di Economia Politica all’Università di Bologna e Direttore MUEC – UniBo, ha parlato delle ricadute della globalizzazione, il cui principale elemento distintivo è rappresentato dalla grande velocità con la quale si muovono capitali, beni e notizie. “Questo fenomeno che è esploso con particolare veemenza negli ultimi quindici anni – ha aggiunto il professore – ha provocato un sensibile aumento della disuguaglianza nei paesi sviluppati e una conseguente crescita delle insicurezze, in particolare di tipo economico, ma non solo. Parallelamente, sta rapidamente aumentando la domanda di protezione”.

I tradizionali sistemi di Welfare State non potranno fornire le risposte necessarie a queste esigenze. Chi sarà in grado di fornire un valido contributo?

Secondo Del Bono, la cooperazione ha molto da dire, da dare e da fare in questo senso, identificando alcuni dei meccanismi necessari per rispondere alle nuove domande della popolazione facendosi garante di uno sviluppo sostenibile.

“La cooperazione – ha proseguito Del Bono – rappresenta un antidoto originale ed originario alle disuguaglianze. Negli anni della crisi, infatti, ha difeso l’occupazione, addirittura aumentandola, ed ha offerto un calmiere interno alla diversità dei salari, garantendo un differenziale tra il livello più alto e quello più basso decisamente inferiore rispetto a quello, spesso spropositato, in vigore presso altre forme imprenditoriali. Tenendo uniti i bisogni e la capacità, come la cooperazione ha dimostrato di saper fare, si può dare ossigeno alla speranza”.

I lavori del seminario sono stati conclusi dal presidente nazionale di Confcooperative Maurizio Gardini, che ha ricordato come la cooperazione si riconosca pienamente negli obiettivi indicati da Agenda 2030.

“In quest’ottica – ha dichiarato Gardini – dal 2015, a livello nazionale, Confcooperative ha iniziato a redigere un bilancio di sostenibilità, ma al di là della rendicontazione sociale ed ambientale, se scorriamo gli obiettivi dell’Agenda ci rendiamo conto di come si parli di un’idea di sviluppo in cui il movimento che rappresentiamo è impegnato quotidianamente”.

“A tale proposito – ha dichiarato Gardini – all’inizio del 2018 l’Alleanza delle Cooperative ha prodotto il Manifesto ‘Cambiare l’Italia Cooperando’, che sottolinea l’impegno della cooperazione a rispondere in modo efficace alle sfide poste dallo scenario attuale al nostro Paese, mettendosi in gioco con i propri valori, su lavoro, innovazione, legalità, welfare, sostenibilità”.

“Queste sono le direttrici lungo cui abbiamo scelto di impegnarci per contribuire a costruire un Paese innovativo ed inclusivo, capace di affrontare con successo la competizione globale senza lasciare indietro nessuno ed offrendo, anzi, a tutti nuove opportunità” – ha aggiunto il presidente di Confcooperative.

Gardini ha poi concluso il suo intervento auspicando che il percorso di avvicinamento portato avanti in questi anni tra le diverse Organizzazioni possa presto concretizzarsi nella nascita dell’Alleanza delle Cooperative Italiane, dando vita ad un soggetto nuovo, la casa dei cooperatori italiani, capace di fornire un contributo concreto al Paese per cercare di accorciare le disuguaglianze provocate dalla globalizzazione attraverso la realizzazione dei punti indicati nel manifesto “Cambiare l’Italia Cooperando”.